Neve che profumi di silenzio
Mi rimane attonita e mi affascina. Ha sepolto l’interezza di un candore sepolcrale, ha ghiacciato l’onda tortuosa del tempo, è entrata alla festa chiassosa del mondo senza chiamare, senza battere.
Chi sei?
Mi chiedo e forse è già troppo violento chiedere intimamente che tutto si sconquassa in me e tutto fuori di me.
Sei una visione che velando svela l’ignota eternità e mi piacerebbe che le mie lettere del tuo medesimo colore, che purtroppo gracchiano irrompendo con così tanto rumore, fossero innocue, immacolate e saggiamente mute come la tua natura che ammanta lievemente.
Tu copri ciò che manca, concludi quello che è stato fatto, come il punto alla fine di una frase. Il tuo è un inno alla fine: cali piamente in una cerchia di punti bianchi che adagiandosi coprono tutta questa materia e il pensiero che fa tutto bello e brutto e tutto ciò che è stato abbandonato dalla vita nel buio di queste notti lunghe . . .
. . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Quanto sarebbe bello riposare sepolti nella quiete della coltre di neve che profuma di silenzio
Nel frattempo mi fissi incantandomi e forse turbi la mia debole e volubile facoltà d’arbitrio che deve strutturarmi nella società dove vivo, perché con serena voluttà, a volte lievemente vorticosa, tu scendi divisa e ti ricompatti a terra e ammirandoti mi confondi e mi dividi nella mia unità d’essere (c o s a f a r e ?)
muoversi guardare
lasciar tracce restar fermi
agire ispirato dimenticare di lavorare
vivere morire
giocare contemplare
Rispondi